Reddito di cittadinanza, nuova stretta: i cittadini che lo perderanno

Il 2023, tanti percettori del reddito di cittadinanza non saranno più accompagnati da questa misura. Una nuova stretta che coinvolgerà tantissimi italiani. Vediamo le modalità.

Fin dalla campagna elettorale, il centrodestra si è sempre mostrato contro la misura messa in atto dal Movimento 5 Stelle. L’attuale Presidente del Consiglio ha sempre enunciato le sue idee in merito. Anche se aveva parlato di abolizione immediata, ci sarà un periodo di transizione fino allo stop definitivo. Anche se, nel 2023, molti percettori attuali lo perderanno.

Reddito di cittadinanza
Fonte foto: Canva

Il reddito di cittadinanza continua ad essere ancora al centro di tantissime discussioni. Qualche giorno fa, lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha svelato di come ci sarà un’altra riduzione nel 2023. Si passerà, infatti, dagli 8 mesi precedentemente paventati ai 7 mesi per quanto riguarda le mensilità. Insomma, una nuova stretta che colpirà tantissime persone.

Da come ben sappiamo, questa misura dava a tanti la possibilità di arrivare a fine mese. Questo cambio di rotta non fa affatto felici e sta portando tantissime persone a chiedersi come mai il reddito sia stato sospeso. Se da una parte, il governo facendo così permetterà di liberare 200 milioni. Cifra che sarà destinata ad altri settori. Dall’altra, però, saranno tanti i cittadini che subiranno una durissima batosta.

Chi perderà il reddito di cittadinanza nel 2023?

Uno degli argomenti che portano maggior confusione riguarda sicuramente il reddito di cittadinanza. Dal primo gennaio del prossimo anno, le persone tra i 18 e i 59 anni che risultano esser abili a lavoro senza disabili in famiglia o persone con più di 60 anni avranno a disposizione solo 7 mesi del reddito. Quindi, solo 7 mesi rispetto ai 18 prestabiliti.

All’interno del testo della manovra che è stato inviato alle Camere si vedono altre novità. Sempre dal 2023, infatti, chi rifiuterà un’offerta di lavoro, basta una volta, vedrà la perdita totale del beneficio. Cosa che lo porterà ad essere obbligato a frequentare un corso di formazione o riqualificazione professionale. Se anche in questo caso dovesse esserci un rifiuto, si seguirà la perdita del reddito di cittadinanza.

Quindi, non sarà tolto a tutti i percettori ma solo alle persone che sono chiamate a firmare un contratto di lavoro e che hanno meno di 60 anni senza persone con handicap in famiglia. Nel 2024, invece, ci sarà un’altra revisione di questa misura. Ma l’esecutivo ha fatto capire di come chi non potrà lavorare potrò continuare a prendere il sussidio.

Quante famiglie perderanno il reddito?

Il discorso cambia che per le persone che possono lavorare. Il beneficio sarà perso da quei percettori che nei pochi mesi prima del 2023 hanno ricevuto 7 mensilità. Le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, la decisione del governo porterà al 38,5% delle famiglie a perdere il sussidio. Si tratta di una stima che conduce a circa 400.000 famiglie e più di mezzo milione di cittadini.

Ad ottobre 2022, il reddito è stato dato a circa un milione di famiglie. Tra queste, chi rischia di perderlo sono i membri delle famiglie che hanno come un nucleo una sola persona. Mentre aumentano le possibilità di continuare a riceverlo per chi ha dei minori a casa. La maggior parte delle perdite saranno segnalate nel Sud Italia.

Cosa accade per chi assume i percettori del reddito di cittadinanza?

Tra le novità che vedremo nel 2023 ci sarà quella in cui ci saranno benefici per i datori di lavoro che assumono percettori del reddito di cittadinanza. Per loro, infatti, ci sarà uno sgravio sui contributi per un anno. La legge di bilancio parla di assunzione a tempo indeterminato.

Per chi procede a tale assunzione, ci sarà un esonero per i primi 12 mesi al versamento del 100% totale dei contributi previdenziali. Si escludono, con cifra limite di 6.000 euro, i premi e contributi che rientrano nell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

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