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Di cosa si muore in Italia nel 2022: i dati Istat

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Alfredo Iannaccone

Ci siamo di certo domandati, alla luce di ciò che abbiamo vissuto in termini di virus e contagi, di cosa sono morti gli italiani nel corso del 2022 che volge al termine. La risposta non è scontata.

Se guardiamo al triennio marzo 2020-dicembre 2022, inutile negarlo, è impensabile non ragionare sugli effetti devastanti che il Covid-19 ha avuto in termini di mortalità. Nessuno se lo aspettava. Ma la realtà è innegabile e ha i suoi dati schiaccianti.

Istat decessi 2022

I quasi tre anni di Pandemia hanno segnato irrimediabilmente le nostre esistenze, in Italia così come negli altri Paesi europei, e naturalmente hanno “influenzato” i report legati ai principali contenuti esistenti alla base della mortalità della nostra collettività.

Le oltre 180mila vittime del Covid-19 (45mila nel 2022), fonte Istat, hanno, almeno dal 2020 in poi, superato nettamente tutte le altre componenti legate alla mortalità nel nostro Paese, dai tumori, agli incidenti stradali, ai decessi sul lavoro.

Ma di cosa si muore in Italia nel 2022? Ce lo siamo chiesti? Quali sono le cause nefaste che hanno condotto maggiormente gli italiani al decesso nell’anno che sta per concludersi?

Partiamo da un dato di fatto, inevitabile parlarne: l’inesorabile invecchiamento della nostra popolazione. I dati Istat sono inequivocabili. La popolazione italiana è destinata a diminuire di 11,5 milioni nei prossimi 50 anni. Sono numeri allarmanti. Lo ha detto l’Istat, l’agenzia nazionale di statistica, in un dettagliato report dello scorso settembre.

Il continuo declino demografico vede la popolazione scendere da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 a 57,9 milioni nel 2030, 54,2 nel 2050 e 47,7 nel 2070, ha affermato l’istituto nelle sue ultime previsioni demografiche.

Il rapporto tra le persone in età lavorativa (15-64 anni) e quelle al di fuori (0-14 e over 65) passerà da circa 3 a 2 nel 2021 a circa 1 a 1 nel 2050. Tra 10 anni una popolazione il calo è previsto in 4 comuni italiani su 5 e in 9 aree rurali su 10.

Le persone continueranno ad avere sempre meno figli, lo ha affermato sempre l’ISTAT. Entro il 2041, ha affermato, solo una famiglia su quattro avrà figli. I decessi potrebbero raddoppiare il numero delle nascite entro il 2049, da 788.000 a 390.000, ha proseguito l’Istat.

La percentuale di over 65 sale dal 23,5% nel 2021 al 34,9% nel 2050: lo afferma la previsione a conferma della costante diminuzione della popolazione italiana. Circa 10,2 milioni di persone vivranno da sole nel 2041, rispetto agli 8,5 milioni nel 2021, afferma il rapporto.

Cosa significa tutto questo? Che nonostante i progressi della medicina e della ricerca, alla luce di un nostro sistema sanitario febbricitante, con una carenza di personale non indifferente, sarà sempre più difficile sostenere le nuove sfide collegate alle possibili nuove malattie da fronteggiare. Del resto chi si attendeva l’arrivo della Pandemia? Non eravamo pronti e probabilmente non lo siamo nemmeno adesso, se dovesse arrivare un altro virus sconosciuto.

Di cosa si muore in Italia nel 2022? Il report dell’Istat

Una popolazione anziana, una popolazione che invecchia, rappresenta di fatto una collettività più debole da curare, più fragile, più sottoposta ai rischi di eventuali decessi, se affetta da altre patologie croniche con cui combattere.

Oltre al Covid, che ha fatto casistica a parte, ci sono alcune patologie chiave che affliggono non solo gli italiani ma tutte le cosiddette società del benessere. Ci riferiamo alle malattie cardiovoscolari.

Un decesso su cinque è collegato a problemi cardiaci. Non dipende solo dal possibile sovrappeso, ma appunto anche dallo stress, dalla vita frenetica, dalla predisposizione genetica familiare. Non lo sapevi? Un infarto o un ictus colpiscono, lo dicono le cronache, in qualunque età. Non sempre ci sono campanelli di allarme. E il cuore, con le sue patologie, rimane un grande mistero. Pensate a quegli atleti, in condizioni perfette, allenati e in forma. Pensate a chi, anche sotto i 40 anni, si è ritrovato alle prese con un arresto cardiaco da cui non è più tornato indietro.

Subito dopo le malattie del cuore e della circolazione c’è il cancro. Nonostante i progressi compiuti dalla medicina, il cancro continua e continuerà a uccidere in Italia. Pensiamo soprattutto a quelli più difficili da curare, come i tumori al cervello infantili, aggressivi e letali. Pensiamo al terribile cancro del pancreas, al cancro al seno delle donne, alle neoplasie del sangue come la leucemia, al cancro ai polmoni. Nonostante le cure, concrete ma invasive, spesso si tratta di malattie recidive e le prospettive di vita si riducono moltissimo.

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Alfredo Iannaccone