Perché non si possono togliere le commissioni Pos? Meloni: “È incostituzionale”

In tanti si chiedono come mai non è possibile togliere le commissioni al Pos. A spiegarne i motivi è stata Giorgia Meloni, rivelando che si tratterebbe di una manovra incostituzionale: ecco che cosa ha detto.

Da quando sono cambiate le disposizioni sul pagamento elettronico è stato amplificato il dibattito, dove in molti si sono ritrovati a contestare e a puntualizzare alcuni punti. A spiegare il perché non è possibile togliere le commissioni relative ai pagamenti digitali è stata proprio la Presidente del Consiglio che è intervenuta in un video che appartiene alla sua rubrica social quotidiana.

commissioni pos meloni
fonte foto: Canva/Ansa

Sono settimane che non si fa altro che parlare e discutere sull’uso del contante. Un argomento che sta tenendo banco soprattutto per due provvedimenti governativi che sono contenuti nell’ultima legge di Bilancio che è in attesa di approvazione. L’esecutivo ha previsto un innalzamento dei pagamenti dei contanti: da 2000 euro a 5000 euro; e poi ha previsto di alzare l’obbligo di accettare pagamenti con il Pos sotto i 60 euro.

Dietro questa decisione da parte del governo di centro destra, in tanti si chiedono per quale motivo non si è deciso di togliere le commissioni Pos. Invece che alzare il tetto al contante e l’accettare pagamenti elettronici. A spiegarlo è stata Giorgia Meloni nella sua rubrica social chiamata #gliappuntidigiorgia, dove è intervenuta sulla questione.

Commissioni Pos, perché il governo Meloni non le toglierà

Mentre in molti si lamentano del fatto che i due provvedimenti vadano in direzione a favore dell’uso dei contanti, ad appannaggio dei pagamenti digitali. Alcuni si sono chiesti per quale motivo la manovra di governo non ha previsto il depennamento delle commissioni Pos. Nella rubrica settimanale sui suoi canali social, la Meloni ha sottolineato che si tratterebbe di una “manovra incostituzionale” e per questo non si può fare.

La Presidente del Consiglio ha sottolineato che le banche sono privare e che quindi lo Stato non può impedire che, chi offre quel servizio, possa guadagnarci sopra attraverso appunto delle commissioni. Questo perché le transazioni digitali sono monete private. In questo modo, la Meloni ha voluto sottolineare qual è il motivo che ha spinto l’esecutivo a decidere di non togliere o abbassare le commissioni.

Commissioni Pos, si possono abbassare?

Nella sua rubrica social, la Meloni non ha parlato di abbassare le commissioni Pos, imponendo una soglia massima per azzerarle, come ha proposto Confesercenti. Un provvedimento che avrebbe come obiettivo quello di non andare a soffocare le attività dei piccoli commercianti e ci sono degli emendamenti parlamentari scritti appositamente. Tuttavia, il governo potrebbe prevedere alcuni sconti per gli esercenti tramite i crediti di imposta.

Esattamente come avevamo visto con il secondo governo Conte, che aveva previsto uno sconto del 30% di credito di imposta sulle commissioni pagate, per compensi e ricavi che siano al di sotto dei 400 mila euro. Un provvedimento che vedrà la scadenza a dicembre 2022. Nonostante ciò è stato confermato anche dal governo Meloni, come si legge anche sul portale Money.

Quanto costa ai commercianti far pagare con il Pos?

Detto ciò, andiamo a vedere quanto costa agli esercenti far pagare i clienti con le transazioni digitali. Ad esempio, come si legge su Altroconsumo, se paghiamo con la carte di credito o debito una colazione al bar di 4,50 euro, il commerciante paga di commissioni bancarie fino a 50 cent., oltre del 10% della cifra che incassa.

Coloro che invece decidono di pagare una cena da circa 90 euro con bancomat vuol dire che il ristoratore spende circa 4 euro di commissioni. Si tratta, però, solo di un piccolo esempio. Questo perché le commissioni le commissioni sul singolo pagamento si inseriscono anche altre per quanto riguarda la locazione e gestione del Pos.

Sicuramente è importante che il governo intervenga e discuta con le banche per trovare delle soluzioni congrue per non allontanare le persone ai pagamenti digitali, così come non caricare gli esercenti di spese.

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