Scatta la proroga per lo smart working, ma non è per tutti

In questi mesi si è parlato tanto della possibile proroga o meno dello smart working. Il governo starebbe pensando di confermarla, anche se l’iniziativa non è per tutti i lavoratori: ecco chi può beneficiarne e chi no.

Lockdown, pandemia, coronavirus, quarantena sono alcune delle tante parole che sono diventate termini comuni negli ultimi due anni, parole che portano usi e costumi, dalle mascherine al telelavoro. Ma oltre a questi, ci sono anche altre parole e pratiche che sono diventate comuni all’interno della nostra quotidianità. Come il lavoro a distanza, sperimentato un po’ da tutti, soprattutto nelle prima ondata.

smart working
fonte foto: Canva

Ormai il termine smart working è diventato di uso comune, tanto che è diventato per molti l’unica opportunità lavorativa. In molti sono riusciti a trasformare degli angoli della propria casa in piccoli uffici dove lavorare e mandare avanti la produzione. Una occasione che è diventata anche una opportunità di crescita. Un’occasione che adesso potrebbe avere una proroga da parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Dopo un momento di titubanza, proprio dietro agli aumenti dei contagi legati al covid, il governo di centrodestra sta pensando seriamente di offrire ad alcuni lavoratori la possibilità di svolgere le loro attività professionali da remoto. Un’opportunità che però potrebbe essere rivolta a pochi individui. Andiamo a conoscere i dettagli della proposta.

Smart Working prorogato: tempi e lavoratori

Tra le ultime novità che riguardano il governo Meloni c’è quella della proroga del lavoro da remoto. Una misura che è stata inserita nel decreto Milleproroghe sul quale l’esecutivo è al lavoro per cercare di allontanare gli aumenti dei contagi legati al covid, visto che in questo periodo sono di più i casi dei positivi. Una norma che consentirebbe ai lavoratori di svolgere attività da casa.

Ma a chi è rivolta la misura? Questa tocca solamente le persone fragili e i genitori di minori under 14, questo vuol dire che tutti gli altri devono svolgere il lavoro normalmente. Anche sulle tempistiche si sta valutando, dove si parla di una proroga di 3 mesi, come si legge sul portale TgCom24.

Proprio in merito sono già stati aperti i lavori, dove il ministro Zangrillo ha avviato delle interlocuzioni con i ministri Schillaci e Calderone per raggiungere una quadra. Ovviamente, ci sono altri punti sui quali l’esecutivo sta lavorando, come ad esempio per i lavoratori fragili che non possono svolgere il lavoro a distanza. Parliamo di cassieri e commessi, ad esempio.

Per quanto riguarda i genitori di figli under 14, questi possono svolgere un tipo di lavoro agile solo nel caso in cui non ci sia in casa un altro genitore che benefici di strumenti di sostegno al reddito oppure un genitore non lavoratore. Se non ci fosse una figura simile, sia per il lavoratori nel pubblico e sia nel privato possono lavorare in modalità smart.

In merito alla semplificazione delle comunicazioni, la proroga dovrebbe permettere alle aziende di comunicare ancora in maniera telematiche sul personale in smart. Punto di domanda per quanto riguarda la decisione unilaterale in merito ai lavoratori da mettere in smart.

Impostazioni privacy