Reddito di cittadinanza tolto a gennaio 2023: i soggetti a rischio

Alcune persone potranno dire addio al reddito di cittadinanza già a gennaio 2023 e non dopo otto mesi come era stato detto. Ma chi sono i soggetti a rischio? Ecco quello che c’è da sapere.

Il nuovo esecutivo ha deciso di mettere mano all’assegno mensile che era stato introdotto con il primo governo Conte. Una decisione che continua a far discutere e dividere la politica italiana. Al di là di quanto emesso dalla Leggi di Bilancio, alcuni beneficiari dell’assegno potranno perderlo già a gennaio 2023. Andiamo a conoscere tutte le novità e chi è a rischio di non averlo più con l’arrivo del nuovo anno.

reddito di cittadinanza
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Quella che ha deciso il governo Meloni con la nuova finanziaria è una vera rivoluzione che va a toccare il Reddito di Cittadinanza. Sono previste una serie di novità a partire dal 2023 che porteranno alla totale abolizione dal 2024. La maggioranza lo aveva annunciato già durante il programma elettorale e lo ha confermato con la bozze della Legge di Bilancio la quale è in attesa di approvazione definitiva.

L’articolo 57 del DDL preannuncia una prossima riforma in materia di sostegno alla povertà e per l’inclusione economica che poi porterà allo stop definito dell’assegno mensile di cittadinanza. Ma la novità che non tutti sanno è che alcuni beneficiari possono perdere il reddito già a gennaio 2023. Andiamo a conoscere quali sono i dettagli e chi è che è a rischio.

Reddito di cittadinanza 2023: chi rischi di perderlo a gennaio

Nonostante ci siano stata diverse modifiche apportata dal nuovo esecutivo di centrodestra, non sono state mosse le procedure che devono osservare i percettori del reddito di cittadinanza. Ognuno di loro, infatti, dovrà rinnovare l’Isee e quindi dichiarare all’Inps il reddito ed il patrimonio aggiornato. Se non si dovesse rinnovare, infatti, il pagamento a febbraio sarà sospeso.

Con il rinnovo dell’Isee, il rischio per il percettore è quello di perdere i requisiti che gli hanno permesso di ricevere l’assegno che viene erogato attualmente ogni mese. Ricordiamo che il periodo che si prenderà in considerazione è quello che che si allarga dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021, quindi tutto lo scorso anno.

Ricordiamo che, tutti coloro che perdono il diritto al RdC sarà molto complicato recuperarlo. È prevista dalla legge di Bilancio la sanzione accessoria per la quale non sarà possibile fare domanda prima che siano passati 18 mesi (o 6 mesi in caso di minori o disabili in famiglia). Un danno visto che nel 2024 il reddito sarà tolto a tutti.

E ricordiamo che se viene tolto a seguito di una sanzione è anche difficile recuperare. Esiste, infatti, la sanzione accessoria per cui una volta decaduto non sarà possibile presentare una nuova domanda prima di 18 mesi (6 nel caso dei nuclei con minori o disabili), quando tuttavia il reddito di cittadinanza verrà abrogato.

Reddito di cittadinanza: requisiti

I requisiti per prendere il reddito di cittadinanza sono sempre gli stessi che abbiamo conosciuto fino ad adesso. Nel caso in cui non vengano rispettati i requisiti, c’è la perdita immediata del reddito di cittadinanza. E quindi non si avrà il pagamento nel mese di febbraio.

Parliamo di non superare la soglia di 9.360 euro del reddito annuale previsto dalla normativa per quanto riguarda i limiti Isee. Un altro requisito è quello di non superare la sogli limite Isee che è pari a 6.000 euro per i single, mentre i nuclei familiari devono moltiplicare con il parametro di scala di equivalenza. Per una famiglia di due maggiorenni il limite è di 8.400 euro.

Reddito di cittadinanza 2023: tutte le novità

La legge di Bilancio 2023 ha introdotto una serie di novità per quanto riguarda il reddito, introducendo anche delle sanzioni un bel po’ severe per i soggetti occupabili. Parliamo di quelle persone che hanno sottoscritto il Patto per il lavoro con il centro per l’impiego e percepiscono l’assegno mensile.

Nel frattempo, l’esecutivo ha previsto nel DDL l’obbligo di prendere parte a un corso di formazione o riqualificazione professionale dalla durata di almeno 6 mesi. Questo dovrà essere indicato dal centro per l’impiego. Chi rifiuta o accetta ma non partecipa andrà incontro alla decadenza dell’assegno.

La decadenza scatta anche per coloro che rifiutano una proposta di lavoro congrua, praticamente parliamo di una proposta che ha tutte la caratteristiche per essere accettata. La nuova legge di Bilancio prevede che, con il primo rifiuto, la persona venga esclusa dall’erogazione. Una manovra che spinge i Comuni ad impiegare gli occupabili del RdC per progetti di pubblica utilità.

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